Repubblica.it purtroppo non riesce a trattenersi dal parlare per sentito dire del netbook di Google.
Scorreggiando alcuni paragrafi riempitivi e straparlando (a cazzo) dell'utilizzatore tipo, il giornalista - tale Paolo Pontoniere - ci informa che il software non viene scaricato dal web come fa un normale computer, ma che "e' gia tutto nel browser", ma proprio tutto tutto neh.
Poi quello che nel browser non c'e', perche' forse proprio tutto tutto non ci stava, lo si puo' scaricare... dal web. Ma quello di Google, mica quello normale.
Dopo aver dato una sniffatina ai pennarelli indelebili, ci viene fatta una panoramica sui professionisti IT utilizzatori attuali del prototipo: "Tipi che non temono l'extreme programming, dove la codifica ha luogo tra una seduta di skateboard e l'altra e i diagrammi di flusso li si possono anche disegnare su una tavola di surfing mentre si torna dal mare."
Non puo' mancare qualche previsione (a cazzo e fuori luogo) sul fatto che il MacBook della Apple potrebbe perdere il predominio tra i netizens. Chiaramente perche' non si puo' essere netizens senza un MacBook.
A conclusione un nuovo accenno (Indovinate? Bravi: a cazzo) al futuro bacino di utenza, o meglio alle TRIBU' DEL WEB: hackerz tipo quelli di wikileaks, bikers, coltivatori di cannabis, CGIL, CISC, UIL, Gianni e Pinotto, Pippo e Pluto, Topolino e Minni.
Chiaramente tutte persone che, con i loro comportamenti, CONDIZIONANO LA RICERCA E LO SVILUPPO DEI GRANDI DELL'HIGH TECH. Attenta Google: se ai coltivatori di cannabis il tuo prodotto non piace, ti conviene cambiare la roadmap completamente...
Tutto sto miracolo tecnologico pensate un po' dentro ha un processore da CENTOSESSANTA GHz, probabilmente raffreddato a ignoranza. Quella inesauribile di Pontoniere.